Qualcuno ci salvi dal clickbait: quante fesserie sulla stampa relative al passaggio al DVB-T2 di settembre

Qualcuno ci salvi dal clickbait: quante fesserie sulla stampa relative al passaggio al DVB-T2 di settembre
La stampa generalista si accorge (in ritardo) della notizia data da noi la scorsa settimana e, più o meno dolosamente, la equivoca completamente seminando “terrorismo psicologico”. Ecco le verità negate dagli articoli in questione

Nei giorni scorsi abbiamo dato in esclusiva la notizia relativa alla prevista accensione di una frequenza Rai in DVB-T2 il 1 di settembre prossimo, come disposto dal Contratto di Servizio da poco firmato. Nel nostro articolo, al quale rimandiamo, abbiamo spiegato con chiarezza i termini di questa accensione.

Nel Contratto di Servizio RAI spunta una nuova data per il DVB-T2: 1 settembre 2024.
Vai all’approfondimento

Termini che sono stati ripresi anche nell’incontro di presentazione del libro “La televisione del futuro”, con DDAY.it invitato tra i relatori della mattinata. In questo contesto l’ing. Ciccotti, CTO RAI, sollecitato a commentare la nostra notizia, ne aveva confermato la fondatezza. Ne abbiamo dato notizia, peraltro senza enfasi eccessiva, in quanto semplice conferma di un fatto già noto.

Ora è ufficiale: un MUX Rai passerà al DVB-T2 a settembre. Ciccotti: “Firmato il nuovo Contratto di Servizio”
Vai all’approfondimento

Ci sono voluti tre o quattro giorni perché qualcuno della stampa generalista si accorgesse della cosa e decidesse di riprenderla, purtroppo senza citare la fonte originaria (cioè DDAY.it), cosa che avrebbe aiutato a riportare la notizia alla sua vera natura. E invece no, di riscrittura in riscrittura la notizia è andata via via drammatizzandosi, fino ai soliti scenari clickbait da “tutti dobbiamo cambiare il TV entro il 1 settembre”. Un brutto esempio di diffusione di false notizie, al limite della creazione di immotivato pubblico allarme.

Invitiamo i colleghi a una professionale e doverosa rettifica (ma ovviamente loro avranno letto con attenzione l’articolo dal quale si sono ispirati ma gli sarà sfuggito questo). Nel frattempo proviamo a chiarire la verità dei fatti.

Il 1 settembre si spegneranno Rai 1, 2 e 3 in DVB-T e senza un TV compatibili non si vedranno più le reti ammiraglie RAI → FALSO
Tutti quelli che oggi vedono i tre canali principali Rai, ma proprio tutti, continueranno a vederli anche dopo l’eventuale accensione del MUX DVB-T2. Infatti i tre canali principali saranno trasmessi in “simulcast”, parolina magica che sta a significare (come alcuni colleghi non hanno capito) che Rai 1, tanto per fare un esempio, sarà trasmesso due volte su altrettante frequenze, una in DVB-T e l’altra in T2. Questo vuol dire che anzi aumenterà il numero di persone che, pur con lo stesso TV di oggi, riuscirà a vedere questi canali, perché il T2 dovrebbe risolvere alcuni problemi di ricezione che si riscontrano in alcune zone.

I canali interessati dal passaggio al DVB-T2 sono quelli attualmente presenti sul MUX B di Rai → FALSO
Alcune testate citano come oggetto del passaggio al DVB-T2 i canali attualmente presenti sul MUX B di Rai. Invece il passaggio al T2 di quel MUX arriverà insieme a un completo rimescolamento di canali, alcuni certamente in simulcast e altri probabilmente solo in T2. Ma non sembra esserci alcuna decisione al momento in cui scriviamo su quali possano essere i canali interessati dal cambiamento. Nel nostro articolo abbiamo indicato alcune indiscrezioni a riguardo, peraltro mai confermate pubblicamente. Ma di certo non c’è una lista canali che verrà “oscurata” ai possessori di TV non DVB-T2.

Le trasmissioni DVB-T2 saranno anche HEVC Main 10 → FALSO (o non necessariamente vero)
Alcuni autori hanno scritto che le trasmissioni in DVB-T2 saranno codificate con il codec HEVC al livello Main 10 (ovverosia a 10 bit). Non c’è alcun obbligo per le emittenti (e men che meno per il MUX Rai annunciato per settembre) di trasmettere in HEVC Main 10, cosa che comporta anche altri problemi, sia di messa in onda che di ricezione. Lo scenario più conservativo vedrà la Rai trasmettere in DVB-T2 con la stessa codifica di oggi, AVC MPEG4, così da massimizzare il parco TV compatibile. Anche se la Rai stessa, proprio per valutare il parco compatibile, sta mandando in onda in simulcast Rai Sport HD anche con codifica HEVC Main 10. Ma non abbiamo al momento indiscrezioni sull’esito di questo test.

Tutti i TV venduti dopo il 1 gennaio 2017 sono per legge DVB-T2 HEVC Main 10 → FALSO
Alcuni articoli hanno riportato che tutti i TV venduti dopo il 1 gennaio 2017 sarebbero già compatibili con il DVB-T2 HEVC Main 10. Nulla di più falso: lo standard HEVC Main 10 è stato approvato dall’ITU solo il 22 dicembre 2016 e certamente non poteva essere implementato sui TV a partire da una settimana dopo. Anzi, l’HEVC Main 10 è arrivato sui TV molto dopo: la normativa prevedeva automaticamente l’introduzione dopo due anni del nuovo standard, quindi a fine 2018, ma come abbiamo potuto verificare anche noi, erano molti i prodotti in vendita non ancora compatibili con il Main 10 a metà 2021.

I 4 decoder più recensiti su Amazon in prova: un gioco al ribasso, tra traduzioni folli e canale 100 che non si vede
Vai all’approfondimento

Il passaggio del MUX RAI al DVB-T2 serve perché necessario per liberare la banda 700 MHz → FALSO
Il nesso causa-effetto è proprio quello contrario. La banda 700 MHz è già stata liberata dai canali TV a giugno del 2022 (quasi due anni fa) e le frequenze passate come previsto alle telco per l’esercizio del 5G. Proprio per rispondere alla drastica riduzione di frequenze disponibili, si rende necessario il passaggio – presto o tardi – al DVB-T2, così da recuperare la capacità trasmissiva persa e tornare a vedere immagini meno compresse di quelle di oggi.

Ci sarebbero mille altri dettagli minori malintesi e mal spiegtati, sui quali sorvoliamo. Eppure bastava seguire il chiarissimo intervento al TGR Emilia Romagna dell’ing. Ciccotti per evitare di prendere cantonate.

Abbiamo detto i peccati e omesso gli autorevoli peccatori, che i più zelanti non faticheranno a trovare con poche semplici ricerche. Un livello di disinformazione (colposa o dolosa che sia) che però deve far pensare la Rai e le istituzioni su quanto debba essere poderoso il piano di comunicazione necessario a prevenire la creazione di simili fake news da qui al 1 di settembre e oltre, visto che il processo durerà ancora anni prima di arrivare a conclusione.

da Dday.it di Gianfranco Giardina – 31/01/2024